Dec. 12, 2024
Un saggio sulla religione (1/6)
Quando cominciai d'insegnare inglese in Giappone, lavorai a una società insegnando inglese a persone di diversi età. I più giovani furono 15 anni alunni della scuola superiore, il più vecchio fu un uomo degli 80 anni. Una dei miei alunni fu una ragazza di scuola superiore chiamata Ayaka, chi lavorò part-time a McDonald's. Un giorno stavamo facendo un esercizio: "che fai ogni mattina?" Per esempio, "mi lavo i denti ogni mattina", "vado a lavoro ogni mattina", "pulisco la stanza
ogni mattina" etc.
"Ottimo," dissi, "adesso ditemi su qualcuno della tua famiglia."
"Mia madre fa la colazione ogni mattina", "Mio padre va a lavoro ogni mattina." Ayaka disse, "mio padre si rade la testa ogni mattina."
La testa?
Dissi, "vuoi dire si rade la faccia."
"Sì," disse Ayaka. "Si rade la faccia e la testa anche. È un
monaco buddhista."
Un monaco buddhista? Non avevo mai incontrato
un monaco buddhista prima.
No, aspetta, non è vero. All'aeroporto di Vancouver vistai un gruppo di giovani giapponesi vestiti come monaci con la testa rasata. Perché furono in Canada? Non lo so, forse per qualunque avventure. Chi lo so? Comunque non avevo mai incontrato (con conoscenza) una figlia o un figlio di un monaco buddhista. I monachi potrebbero avere i bambini?
Ovviamente, sì.
Un saggio sulla religione (1/6)
Un saggio sulla religione (1/6)
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Quando cominciai d'ad insegnare inglese in Giappone, lavorai avo in una società in cui insegnandvo inglese a persone di diversie età.
Cominciare A fare qualcosa
Ricorda che "età" è femminile.
I più giovani furoavevano 15 anni, erano alunni della scuola superiore, il più vecchio fuera un uomo degli 80 anni.
Ricorda che con le età, si usa il verbo "avere" ("avevano 15 anni").
"Alunni della scuola superiore" non è sbagliato, ma puoi dire anche "liceali".
La preposizione "di" indica un'età (un giovane di 15 anni, un uomo di 80 anni). Se usi "degli" ti stai riferendo a un'epoca (la moda degli anni 80, la cultura degli anni 90).
Una dei miei alunni fuera una ragazza di scuola superiore chiamatadi nome Ayaka, chie lavoròava part-time al McDonald's.
In questa frase "chiamata" non ci sta tanto bene. Non è un errore in generale, lo è in questa frase specifica. Ti suggerisco piuttosto di usare l'espressione "di nome" che è più corrente.
Un giorno stavamo facendo un esercizio: "che cosa fai ogni mattina?"
è più un appunto di stile che una correzione: ricorda che "che" si usa nel parlato, fa parte del registro colloquiale. In un registro più neutro, si direbbe "cosa" o "che cosa". Un esercizio scolastico che comincia con "che fai" mi fa strano, perché il registro linguistico solitamente usato nell'insegnamento è un registro neutro, non colloquiale.
Per esempio, "mi lavo i denti ogni mattina", "vado al lavoro ogni mattina", "pulisco la stanza
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ogni mattina" etcc.
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"Ottimo," dissi, "adesso diparlatemi sudi qualcuno della tuvostra famiglia."
In italiano standard si dice "AL lavoro" (è un errore comune anche per gli italiani).
Hai usato la seconda persona plurale ("parlate"), perciò anche il possessivo dev'essere alla stessa persona ("vostra").
"Mia madre fa la colazione ogni mattina", "Mio padre va al lavoro ogni mattina."
Ayaka disse, "mio padre si rade la testa ogni mattina."
La testa?
Dissi, "vuoi dire che si rade la facciail viso."
La differenza tra "faccia", "viso" e "volto" è una questione d'uso, non ci sono regole. Sappi che sono tutti e tre sinonimi.
"Sì," disse Ayaka.
"Si rade la faccia il viso e anche la testa anche.
Se dici "anche" alla fine, sembra che ti fossi dimenticato di una parola che hai aggiunto poi alla fine. Può succedere nel parlato (perché spesso non facciamo troppa attenzione a come costruiamo le frasi), ma non nello scritto.
È un monaco buddhista."
Un monaco buddhista?
Non avevo mai incontrato
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un monaco buddhista prima di allora.
Aggiungerei "di allora" per aggiungere più precisione. Non è un errore, solo un consiglio.
No, aspetta, non èera vero.
L'intero testo è al passato. In italiano i tempi verbali non si mischiano, se non c'è una ragione valida.
All'aeroporto di Vancouver avevo vistaio un gruppo di giovani giapponesi vestiti come monaci con la testa rasata.
Il verbo "vedere" al passato remoto è irregolare (sarebbe "vidi"). In questo caso, è più appropriato il trapassato prossimo (avevo visto).
Perché furoerano in Canada?
Non lo so, forse per qualunque avventurun'avventura qualunque.
Con "qualunque" ci va il signgolare, ma attenzione: "un'avventura qualunque" e "una qualunque avventura" non vogliono dire la stessa cosa! Se dici "una qualunque avventura" sembra che a loro non importasse quale avventura scegliere, mentre "un'avventura qualunque" è più un sinonimo di "un'avventure come altre", nel senso di una di quelle avventure che si è soliti ricercare a quell'età.
Chi lo soa?
Comunque non avevo mai incontrato (con conoscenza)osciuto una figlia o un figlio di un monaco buddhista.
è vero che quando si incontra qualcuno, si usa il verbo "conoscere" ("sono felice di conoscerla" è la formula abituale), ma in questo caso non ci sono ambiguità di significato, quel che dici è chiaro.
I monachi potrebberssono avere i bambinfigli?
Non ho capito l'uso del condizionale. Qua il presente ci sta, perché ti riferisci ad una realtà generale: non stai chiedendo se i monaci "potevano" in passato o se "possono" nel presente, ma parli ti stai domandando se questa regola esiste. Quest'atemporalità è espressa in italiano dal presente.
Ovviamente, sì.
Feedback
Io sconsiglio l'uso del passato remoto, ma finché decidi di essere coerente e usarlo per tutto il testo, non ci sono problemi (mai mischiare il passato prossimo con il passato remoto, è un errore grammaticale). Tuttavia, fai attenzione alla differenza tra imperfetto e passato remoto, perché non vengono usati allo stesso modo:
- il passato remoto (e il passato prossimo) vengono usati per indicare un'AZIONE che avviene in un arco di tempo ben definito. Nella frase "quando COMINCIAI ad insegnare inglese" stai identificando un momento preciso nel tempo.
- l'imperfetto, invece, si usa per le DESCRIZIONI, cioè per dare contesto a una certa frase. Si può anche usare per descrivere un'azione nel suo processo oppure per un qualcosa di abituale (si alzava ogni mattina). Nella frase "una dei miei alunni ERA una ragazza di scuola superiore" si suppone che questa ragazza sia rimasta tua alunna per un periodo esteso di tempo. Tu non ti situi in un momento preciso, ma all'interno del periodo in cui era tua alunna.
Se qualcosa non è chiaro, non esitare a far domande!
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I più giovani furono 15 anni alunni della scuola superiore, il più vecchio fu un uomo degli 80 anni. I più giovani Ricorda che con le età, si usa il verbo "avere" ("avevano 15 anni"). "Alunni della scuola superiore" non è sbagliato, ma puoi dire anche "liceali". La preposizione "di" indica un'età (un giovane di 15 anni, un uomo di 80 anni). Se usi "degli" ti stai riferendo a un'epoca (la moda degli anni 80, la cultura degli anni 90). |
Una dei miei alunni fu una ragazza di scuola superiore chiamata Ayaka, chi lavorò part-time a McDonald's. Una dei miei alunni In questa frase "chiamata" non ci sta tanto bene. Non è un errore in generale, lo è in questa frase specifica. Ti suggerisco piuttosto di usare l'espressione "di nome" che è più corrente. |
Un giorno stavamo facendo un esercizio: "che fai ogni mattina?" Un giorno stavamo facendo un esercizio: "che cosa fai ogni mattina?" è più un appunto di stile che una correzione: ricorda che "che" si usa nel parlato, fa parte del registro colloquiale. In un registro più neutro, si direbbe "cosa" o "che cosa". Un esercizio scolastico che comincia con "che fai" mi fa strano, perché il registro linguistico solitamente usato nell'insegnamento è un registro neutro, non colloquiale. |
Per esempio, "mi lavo i denti ogni mattina", "vado a lavoro ogni mattina", "pulisco la stanza ogni mattina" etc. "Ottimo," dissi, "adesso ditemi su qualcuno della tua famiglia." Per esempio, "mi lavo i denti ogni mattina", "vado al lavoro ogni mattina", "pulisco la stanza In italiano standard si dice "AL lavoro" (è un errore comune anche per gli italiani). Hai usato la seconda persona plurale ("parlate"), perciò anche il possessivo dev'essere alla stessa persona ("vostra"). |
"Mia madre fa la colazione ogni mattina", "Mio padre va a lavoro ogni mattina." "Mia madre fa |
Ayaka disse, "mio padre si rade la testa ogni mattina." This sentence has been marked as perfect! |
La testa? This sentence has been marked as perfect! |
Dissi, "vuoi dire si rade la faccia." Dissi, "vuoi dire che si rade La differenza tra "faccia", "viso" e "volto" è una questione d'uso, non ci sono regole. Sappi che sono tutti e tre sinonimi. |
"Sì," disse Ayaka. This sentence has been marked as perfect! |
"Si rade la faccia e la testa anche. "Si rade Se dici "anche" alla fine, sembra che ti fossi dimenticato di una parola che hai aggiunto poi alla fine. Può succedere nel parlato (perché spesso non facciamo troppa attenzione a come costruiamo le frasi), ma non nello scritto. |
È un monaco buddhista." This sentence has been marked as perfect! |
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Non avevo mai incontrato un monaco buddhista prima. Non avevo mai incontrato Aggiungerei "di allora" per aggiungere più precisione. Non è un errore, solo un consiglio. |
No, aspetta, non è vero. No, aspetta, non L'intero testo è al passato. In italiano i tempi verbali non si mischiano, se non c'è una ragione valida. |
All'aeroporto di Vancouver vistai un gruppo di giovani giapponesi vestiti come monaci con la testa rasata. All'aeroporto di Vancouver avevo vist Il verbo "vedere" al passato remoto è irregolare (sarebbe "vidi"). In questo caso, è più appropriato il trapassato prossimo (avevo visto). |
Perché furono in Canada? Perché |
Non lo so, forse per qualunque avventure. Non lo so, forse per Con "qualunque" ci va il signgolare, ma attenzione: "un'avventura qualunque" e "una qualunque avventura" non vogliono dire la stessa cosa! Se dici "una qualunque avventura" sembra che a loro non importasse quale avventura scegliere, mentre "un'avventura qualunque" è più un sinonimo di "un'avventure come altre", nel senso di una di quelle avventure che si è soliti ricercare a quell'età. |
Chi lo so? Chi lo s |
Comunque non avevo mai incontrato (con conoscenza) una figlia o un figlio di un monaco buddhista. Comunque non avevo mai è vero che quando si incontra qualcuno, si usa il verbo "conoscere" ("sono felice di conoscerla" è la formula abituale), ma in questo caso non ci sono ambiguità di significato, quel che dici è chiaro. |
I monachi potrebbero avere i bambini? I monac Non ho capito l'uso del condizionale. Qua il presente ci sta, perché ti riferisci ad una realtà generale: non stai chiedendo se i monaci "potevano" in passato o se "possono" nel presente, ma parli ti stai domandando se questa regola esiste. Quest'atemporalità è espressa in italiano dal presente. |
Ovviamente, sì. This sentence has been marked as perfect! |
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