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Monsieur_Elephant

Nov. 15, 2024

65
Qual'è il più importante, lavorare sodo o avere fortuna?

Se lavorare sodo stesse fosse una garanza di successo, tutti gli schiavi della storia sarebbero stati più richi dai padroni che li usavano! Mi sembra che «lavora sodo e avrai successo» é un mito della nostra società neoliberista, promosso da persone che passano il tempo col smartphone in lunghi incontri durante le presentazioni PowerPoint, in cocktail e diversi congressi, davanti alle telecamere respondiendo alla pressa... Ironicamente, il «lavoro duro» che richiedono dagli altri è un'idea un po' astratta per loro! Volevo fare l'osservazione dopo il commentario recente del nostro ex presidente Nicolas Sarkozy relativo agli insegnanti che (secondo lui) «lavorano 6 mesi nell'anno»... È già 5 mesi di più che lavorai tu, Nicolas! Ancora una volta, hai perso un'occasione di chiudere il becco...

Torniamo al tema. Penso che il successo sia una somma di diversi fattori. Competenze, lavoro, fortuna, intelligenza (capacità di gestione, tra l'altro) buon contesto economico (come un mercato favorabile) e politico, un'agendina piena di relazioni che possono aiutarci o darci una possibilità di commerciare o solo di avere un posto... Senza la buena oportunità, è inutile lavorare sodo, ma è certo che anche con tutte le migliori occasioni del mondo, non si puó raggiungere a niente senza determinazione e lavoro. Tuttavia, è difficile dire quale fattore è più importante degli altri. Penso che la risposta varie secondo i casi. Quando vedo la classe politica del proprio paese, per esempio, è evidente per me che la maggior parte di quelle persone non devono il proprio incarico ni all'inteligenze, ni alle competenze... A volte, un incontro può cambiare tutto. Una delle concezioni del tempo nell'antica Grecia era il chairos: essere nel posto giusto al momento giusto — io aggiungerei: «con la gente giusta». Credo no chairos (oggi si parlebbere di «opportunità»). Molte carriere iniziano così.

Mi sono dimenticato di dire che per rispondere alla domanda, si deve innanzitutto definire la parola «successo». Per alcuni, avere successo significa essere rico e conosciuto; per altri, si tratta di trovare valori e realizarsi con un lavoro (perpetuare una tradizione artigianale, aiutare gli altri, insomma, contribuire alla collettività con qualcosa che ha senso). Per altri ancora, soddisfare i besogni della famiglia basta per dichiarare «ho successo». Naturalmente, i mezzi per aggiungere a queste situazioni sono molto diversi.

P.S: non volevo usare «fortuna» nel titolo perché la parola si rifere a coincidenze felici nella vita, ma anché alla richezza materiale, e volevo evitare la confusione tra entrambi. Ci sono altri modi di dire «to be lucky/être chanceux» in italiano?

Corrections

Qual' è ila cosa più importante, lavorare sodo o avere fortuna?

"Qual" non ha l'apostrofo (tranquillo, è un errore comune che anche gli italiani fanno).

Non puoi dire "il più importante" e basta. Non si capisce a cosa si riferisce l'aggettivo. Puoi farlo se usi "cosa" al posto di quale: "Cos'è più importante, lavorare sodo o avere fortuna?". In tal caso, "importante" si riferisce a "lavorare" e "avere" (verbi sostantivati).

Se lavorare sodo stesse fosse una garanzia di successo, tutti gli schiavi della storia sarebbero stati più ricchi daei padroni che li usavano/sfruttavano!

Non capisco se "stesse" è un errore di battitura o se volessi scrivere qualcos'altro.

Più/meno+aggettivo+ DI (a volte "che", ma mai "da").

"Usare" è giusto, ma "sfruttare" è più preciso se si parla di schiavi.

Mi sembra che «lavora sodo e avrai successo» ésia un mito della nostra società neoliberista, promosso da persone che passano il tempo colsullo smartphone in lunghi incontri durante le presentazioni PowerPoint, in cocktail e diversi congressi, davanti alle telecamere reispondiendo alla pressstampa...

Non capisco cosa intendi con "in cocktail". Forse intendevi "con un cocktail in mano"?

"Mi sembra che... sia". Ricorda che il congiuntivo è il modo della soggettività, tutto ciò che è soggettivo impone l'uso del congiuntivo.

La "pressa" è uno strumento di falegnameria.

Ironicamente, il «lavoro duduro lavoro» che richiedono dagli altri è un'idea un po' astratta per loro!

Non ci avevo mai pensato, ma effettivamente si dice "lavoro sodo", ma "duro lavoro".

Volevo fare lquest'osservazione dopo il commentario recente del nostro ex presidente Nicolas Sarkozy relativo agli insegnanti che (secondo lui) «lavorano 6 mesi nell'anno»... ÈSono già 5 mesi di più che lavorai tu, Nicolas!

"L'osservazione" è un po' vago. Non si capisce a quale osservazione ti riferisci. È meglio aggiungere "questa".

Ancora una volta, hai perso un'occasione di chiudere il becco...

Torniamo al tema principale.

È meglio aggiungere qualcosa.

Penso che il successo sia una somma di diversi fattori.

Competenze, lavoro, fortuna, intelligenza (capacità di gestione, tra l'altro) buon contesto economico (come un mercato favorabile) e politico, un'agendina piena di relazioni che possono aiutarci o darci una possibilità di commerciare o solo di avere un posto... Senza luna bueona opportunità, è inutile lavorare sodo, ma è certo che anche con tutte le migliori occasioni del mondo, non si puóò raggiungere a niente senza determinazione e lavoro.

"Raggiungere" è transitivo.

Il diminutivo "agendina" non è sbagliato, ma a parer mio è superfluo. Un semplice "agenda" basta.

Tuttavia, è difficile dire quale fattore èsia più importante degli altri.

"È difficile dire" denota incertezza, perciò il congiuntivo.

Penso che la risposta varie secondo i casi.

Quando vedo la classe politica del proprmio paese, per esempio, è evidente per me che la maggior parte di quelle persone non devono il proprio incarico nié all'intelligenzea, nié alle competenze... A volte, un incontro con la persona giusta può cambiare tutto.

Aggiungerei "con la persona giusta" per rendere più chiaro cosa intendi.

"Proprio" si usa in due casi:
1) al posto di "suo" per chiarire che un qualcosa appartiene al soggetto (esempio: quelle persone non devono il PROPRIO incarico)
2) quando usi una costruzione di tipo impersonale, per esempio con "ogni", "ognuno" o "nessuno" (esempio: ognuno ha i propri problemi)

Una delle concezioni del tempo nell'antica Grecia era il chairos: essere nel posto giusto al momento giusto — io aggiungerei: «con la gente giusta».

Credo no chairos (oggi si parlerebbere di «opportunità»).

Molte carriere iniziano così.

Mi sono dimenticato di dire che per rispondere alla domanda, si deve innanzitutto definire la parola «successo».

Per alcuni, avere successo significa essere ricochi e conosciutoi; per altri, si tratta di trovare dei valori e realizzarsi con un lavoro (perpetumandare avanti/tramandare una tradizione artigianale, aiutare gli altri, insomma, contribuire alla collettività con qualcosa che ha senso).

"Perpetuare" ha il giusto significato, ma non lo userei con "tradizione". Ci sono opzioni migliori.

Quando usi una costruzione impersonale (in questo caso con l'infinito "avere") si è soliti usare il plurale per parlare in generale.

Per altri ancora, soddisfare i beisogni della famiglia basta per dichiarare «ho successo».

Naturalmente, i mezzi per raggiungere a queste situazioni sono molto diversi.

"Aggiungere" e "raggiungere" sono due verbi diversi.

P.S: non volevo usare «fortuna» nel titolo perché la parola si riferisce a coincidenze felici nella vita, ma anchée alla ricchezza materiale, e volevo evitare la confusione (tra entrambii due).

"Entrambi" mi sembra si usa prettamente in funzione di soggetto. Per usarlo come complemento, c'è bisogno che tu abbia già specificato che ci sono due elementi (esempio: i due uomini si sono avvicinati e la donna li ha visti entrambi).

Ci sono altri modi di dire «to be lucky/être chanceux» in italiano?

Feedback

Non dire che "fortuna" si riferisce per forza a una coincidenza felice, si può usare benissimo anche nel caso di un qualcosa che ci capita, ma che in realtà non meritiamo (come finire al governo!).

Non mi vengono in mente sinonimi di "fortuna" o "fortunato". Esiste l'espressione "avere culo" che però è molto colloquiale. Si usa tantissimo, tant'è che spesso basta anche dire solamente "culo" e la gente capisce che vuoi dire "fortuna" (per esempio "che culo!"). Sempre nell'italiano colloquiale, esiste la parola "sculato" che significa "fortunato", ma si usa spesso in casi in cui una persona è fortunata nel senso che ottiene tante cose belle senza il minimo sforzo, come se fosse miracolato.

Ricorda che "ricco" (e derivati) ha due C!

Monsieur_Elephant's avatar
Monsieur_Elephant

Nov. 15, 2024

65

> Non capisco se "stesse" è un errore di battitura o se volessi scrivere qualcos'altro.
Volevo dire « si travailler dur EN SOI était [...] » ma mi sono sbagliato.

> Non capisco cosa intendi con "in cocktail". Forse intendevi "con un cocktail in mano"?
Forse ho fatto un gallicismo perché in francese, «un cocktail» se riferisce anche a un ricevimento/evento mondano dove si bevono cocktail.

> "Mi sembra che... sia"
Gallicismo anche qui perché quando c'è un pronome, usamo l'indicativo (come sicuramente già sai).

> avere culo
Haha, « avoir du cul », un'altra espessione comune tra le nostre lingue! Diciamo anche « avoir de la chatte » (si, con esta... parte privata della donna, non con l'animale), o la mia preferita, « avoir le cul bordé de nouilles » :-D

Molte grazie per le correzioni e tutte le nuove parole (come «sculato»!)

Anerneq's avatar
Anerneq

Nov. 15, 2024

0

Per la prima puoi dire "se lavorare sodo fosse DI PER SÉ una garanzia" oppure "se IL SOLO lavorare sodo fosse una garanzia.

Nel secondo caso, devi per forza dirlo diversamente. Potresti dire "serata", "evento", "evento galante", "cerimonia", ecc.

Non sapevo che "avere culo" esistesse anche in francese! È un'espressione molto utile🤪 e rende bene!

Monsieur_Elephant's avatar
Monsieur_Elephant

Nov. 15, 2024

65

Si può dire "IL solo" con un verbo? Interessante, non avevo idea che fosse una cosa grammaticalmente giusta!

Di niente!^^

Anerneq's avatar
Anerneq

Nov. 15, 2024

0

Sì, in italiano è molto comune sostantivare i verbi, basta aggiungere l'articolo. Ne "il solo lavorare", il verbo "lavorare" si comporta come un vero e proprio sostantivo. È utile soprattutto in casi in cui non esiste un sostantivo adeguato. Per esempio, in francese puoi dire "hochement" (hochement de tête), ma in italiano esiste solo il verbo "annuire". In una frase in cui hai per forza bisogno di usare un verbo, puoi dire "l'annuire". O mi viene in mente anche la parola "claquement" (claquement de portes) che in italiano non ha equivalenti. La soluzione più immediata può essere quella di usare il verbo sostantivato: lo sbattere di porte.

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Anerneq

Nov. 15, 2024

0

bisogno di usare un sostantivo*

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Monsieur_Elephant

Nov. 15, 2024

65

Capito! Allora, i verbi sostantivizzati sono più comuni in italiano che in francese. Grazie di nuovo e buona fine di semana!

Qual'è il più importante, lavorare sodo o avere fortuna?


Qual' è ila cosa più importante, lavorare sodo o avere fortuna?

"Qual" non ha l'apostrofo (tranquillo, è un errore comune che anche gli italiani fanno). Non puoi dire "il più importante" e basta. Non si capisce a cosa si riferisce l'aggettivo. Puoi farlo se usi "cosa" al posto di quale: "Cos'è più importante, lavorare sodo o avere fortuna?". In tal caso, "importante" si riferisce a "lavorare" e "avere" (verbi sostantivati).

Se lavorare sodo stesse fosse una garanza di successo, tutti gli schiavi della storia sarebbero stati più richi dai padroni che li usavano!


Se lavorare sodo stesse fosse una garanzia di successo, tutti gli schiavi della storia sarebbero stati più ricchi daei padroni che li usavano/sfruttavano!

Non capisco se "stesse" è un errore di battitura o se volessi scrivere qualcos'altro. Più/meno+aggettivo+ DI (a volte "che", ma mai "da"). "Usare" è giusto, ma "sfruttare" è più preciso se si parla di schiavi.

Mi sembra che «lavora sodo e avrai successo» é un mito della nostra società neoliberista, promosso da persone che passano il tempo col smartphone in lunghi incontri durante le presentazioni PowerPoint, in cocktail e diversi congressi, davanti alle telecamere respondiendo alla pressa...


Mi sembra che «lavora sodo e avrai successo» ésia un mito della nostra società neoliberista, promosso da persone che passano il tempo colsullo smartphone in lunghi incontri durante le presentazioni PowerPoint, in cocktail e diversi congressi, davanti alle telecamere reispondiendo alla pressstampa...

Non capisco cosa intendi con "in cocktail". Forse intendevi "con un cocktail in mano"? "Mi sembra che... sia". Ricorda che il congiuntivo è il modo della soggettività, tutto ciò che è soggettivo impone l'uso del congiuntivo. La "pressa" è uno strumento di falegnameria.

Ironicamente, il «lavoro duro» che richiedono dagli altri è un'idea un po' astratta per loro!


Ironicamente, il «lavoro duduro lavoro» che richiedono dagli altri è un'idea un po' astratta per loro!

Non ci avevo mai pensato, ma effettivamente si dice "lavoro sodo", ma "duro lavoro".

Volevo fare l'osservazione dopo il commentario recente del nostro ex presidente Nicolas Sarkozy relativo agli insegnanti che (secondo lui) «lavorano 6 mesi nell'anno»... È già 5 mesi di più che lavorai tu, Nicolas!


Volevo fare lquest'osservazione dopo il commentario recente del nostro ex presidente Nicolas Sarkozy relativo agli insegnanti che (secondo lui) «lavorano 6 mesi nell'anno»... ÈSono già 5 mesi di più che lavorai tu, Nicolas!

"L'osservazione" è un po' vago. Non si capisce a quale osservazione ti riferisci. È meglio aggiungere "questa".

Ancora una volta, hai perso un'occasione di chiudere il becco...


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Torniamo al tema.


Torniamo al tema principale.

È meglio aggiungere qualcosa.

Penso che il successo sia una somma di diversi fattori.


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Competenze, lavoro, fortuna, intelligenza (capacità di gestione, tra l'altro) buon contesto economico (come un mercato favorabile) e politico, un'agendina piena di relazioni che possono aiutarci o darci una possibilità di commerciare o solo di avere un posto... Senza la buena oportunità, è inutile lavorare sodo, ma è certo che anche con tutte le migliori occasioni del mondo, non si puó raggiungere a niente senza determinazione e lavoro.


Competenze, lavoro, fortuna, intelligenza (capacità di gestione, tra l'altro) buon contesto economico (come un mercato favorabile) e politico, un'agendina piena di relazioni che possono aiutarci o darci una possibilità di commerciare o solo di avere un posto... Senza luna bueona opportunità, è inutile lavorare sodo, ma è certo che anche con tutte le migliori occasioni del mondo, non si puóò raggiungere a niente senza determinazione e lavoro.

"Raggiungere" è transitivo. Il diminutivo "agendina" non è sbagliato, ma a parer mio è superfluo. Un semplice "agenda" basta.

Tuttavia, è difficile dire quale fattore è più importante degli altri.


Tuttavia, è difficile dire quale fattore èsia più importante degli altri.

"È difficile dire" denota incertezza, perciò il congiuntivo.

Penso che la risposta varie secondo i casi.


Penso che la risposta varie secondo i casi.

Credo no chairos (oggi si parlebbere di «opportunità»).


Credo no chairos (oggi si parlerebbere di «opportunità»).

Quando vedo la classe politica del proprio paese, per esempio, è evidente per me che la maggior parte di quelle persone non devono il proprio incarico ni all'inteligenze, ni alle competenze... A volte, un incontro può cambiare tutto.


Quando vedo la classe politica del proprmio paese, per esempio, è evidente per me che la maggior parte di quelle persone non devono il proprio incarico nié all'intelligenzea, nié alle competenze... A volte, un incontro con la persona giusta può cambiare tutto.

Aggiungerei "con la persona giusta" per rendere più chiaro cosa intendi. "Proprio" si usa in due casi: 1) al posto di "suo" per chiarire che un qualcosa appartiene al soggetto (esempio: quelle persone non devono il PROPRIO incarico) 2) quando usi una costruzione di tipo impersonale, per esempio con "ogni", "ognuno" o "nessuno" (esempio: ognuno ha i propri problemi)

Una delle concezioni del tempo nell'antica Grecia era il chairos: essere nel posto giusto al momento giusto — io aggiungerei: «con la gente giusta».


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Molte carriere iniziano così.


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Mi sono dimenticato di dire che per rispondere alla domanda, si deve innanzitutto definire la parola «successo».


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Per alcuni, avere successo significa essere rico e conosciuto; per altri, si tratta di trovare valori e realizarsi con un lavoro (perpetuare una tradizione artigianale, aiutare gli altri, insomma, contribuire alla collettività con qualcosa che ha senso).


Per alcuni, avere successo significa essere ricochi e conosciutoi; per altri, si tratta di trovare dei valori e realizzarsi con un lavoro (perpetumandare avanti/tramandare una tradizione artigianale, aiutare gli altri, insomma, contribuire alla collettività con qualcosa che ha senso).

"Perpetuare" ha il giusto significato, ma non lo userei con "tradizione". Ci sono opzioni migliori. Quando usi una costruzione impersonale (in questo caso con l'infinito "avere") si è soliti usare il plurale per parlare in generale.

Per altri ancora, soddisfare i besogni della famiglia basta per dichiarare «ho successo».


Per altri ancora, soddisfare i beisogni della famiglia basta per dichiarare «ho successo».

Naturalmente, i mezzi per aggiungere a queste situazioni sono molto diversi.


Naturalmente, i mezzi per raggiungere a queste situazioni sono molto diversi.

"Aggiungere" e "raggiungere" sono due verbi diversi.

P.S: non volevo usare «fortuna» nel titolo perché la parola si rifere a coincidenze felici nella vita, ma anché alla richezza materiale, e volevo evitare la confusione tra entrambi.


P.S: non volevo usare «fortuna» nel titolo perché la parola si riferisce a coincidenze felici nella vita, ma anchée alla ricchezza materiale, e volevo evitare la confusione (tra entrambii due).

"Entrambi" mi sembra si usa prettamente in funzione di soggetto. Per usarlo come complemento, c'è bisogno che tu abbia già specificato che ci sono due elementi (esempio: i due uomini si sono avvicinati e la donna li ha visti entrambi).

Ci sono altri modi di dire «to be lucky/être chanceux» in italiano?


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