Dec. 6, 2021
Perduto nella città dove le strada si biforcano
Era una calma e tranquilla notte di settembre quando sono arrivato per prima volta a Venezia. Prima di tutto ho capito che la città era veramente piena da gente da tutto il mondo. Mentre camminava per il ponte principale a Piazzale Roma sentiva parlare diverse lingue, russo, inglese, francese, tedesco e tantissime altre che non riuscivo a capire. Prendeva con me una valigia di colore verde, dove o messo tutti i miei vestiti e i miei libri, per esempio un libro da Pirandello, “l´ Umorismo” basicamente saggi verso questo argomento, cioè il umorismo, altre libro con il titolo “Propaganda; The formation of Mass Attitude” anche uno di Storia di Linguaggio e tantissime altre…in fatti la mia valigia era quasi piena di libri e non tanto di vestiti.
Dopo dare una veloce occhiata al mio telefonino avevo scoperto che il google maps era inservibile a Venezia, o provato di trovare il mio ostello sulla mappa ma, la mia posizione non era precisa anzi errata e imprecisa. Era molto stanco, aveva viaggiato per quasi due giorni senza aver dormito bene. Sentiva come le mie energie lasciavano il mio corpo. Aveva già camminato per quasi 3 ore o non riuscivo a trovare il posto che cercava. Ero convinto di che il ostello era troppo vicino ma la Città è un labirinto, sentivo come si fosse in un giardino di edifici, e monumenti antichissimi che si biforcavano, finalmente ho smesso questa impresa e ho deciso di affittare una camera in altro hotel.
Alla fine, dopo andare tra il buio della città ho trovato un posto per dormire. Era troppo caro comunque, non avevo altre opzioni doveva dormire e ricuperare le mie energie. L’hotel mi sembrava più piccolo rispetto agli altri che ho conosciuto. C’ era una ragazza che mi parlo prima in italiano ma io ero stanco e il mio cervello non poteva pensare in italiano, inoltre non riusciva a trovare le parole giuste per cominciare la conversazione.
Ho deciso di utilizzare l’inglese, ma la ragazza sembrava un po’ contrariata! Mi aveva chiesto di parlare lento, avevo modulato la mia maniera di parlare e la ragazza sembrava conforme.
La camera aveva un letto matrimoniale, di fronte al letto aveva un specchio di forma ovale. Il bagno era al fondo della camera, amplio, pulito, e tutto di colore bianco. Ho fatto una doccia troppo veloce e immediatamente mi ero andato a letto per dormire.
Mi sono svegliato troppo presto, alle 7:30 a.m. Sentiva il rumore della città nella mattina, nuovamente tantissime lingue quasi come nel racconto della torre di babele, ma qui, non si voleva costruire una torre fino al cielo, anzi andare per la strada semplicemente come un turista in tempo di covid.
La città me sembrava più diversa con il sole radiante, ho scoperto che il mio ostello era troppo vicino a me, però non avevo potuto trovarli la notte scorsa per la mia stanchezza o per il buio della notte. Ho preso una strada che si chiama San Antonio e dopo un ponte con lo stesso nome, quindi, sono arrivato finalmente al mio ostello, Santa Fosca, ero molto lieto!
Perduto nella città dove le stradae si biforcano
Era una calma e tranquilla notte di settembre quando sono arrivato per la prima volta a Venezia.
Prima di tutto ho capito che la città era veramente piena dai gente da tutto il mondo.
Mentre camminavao per il ponte principale a Piazzale Roma sentivao parlare diverse lingue,: russo, inglese, francese, tedesco e tantissime altre che non riuscivo a capire.
Penso sarebbe stato meglio "sul ponte", ma va bene anche come l'hai scritto tu.
PrendAvevao con me una valigia di colore verde, dove avevo messo tutti i miei vestiti e i miei libri, per esempio un libro dai Pirandello, “l´ Umorismo” basicaessenzialmente un saggi versoo su questo argomento, cioè il l'umorismo, un altreo libro con idal titolo “Propaganda; The formation of Mass Attitude” e anche uno di Storia diel Linguaggio e tantissimei altrei…in fatti la mia valigia era quasi piena di libri e non tanto di vestiti.
L'ultima frase sarebbe più spontanea così: "la mia valigia era più piena di libri che (non) di vestiti".
Dopo dareaver dato una veloce occhiata al mio telefonino avevo scoperto che il google maps era inservibilenon funzionava a Venezia, . Ho provato dia trovare il mio ostello sulla mappa ma, la mia posizione non era precisa, anzi, era errata e imprecisa.
Erao molto stanco, avevao viaggiato per quasi due giorni senza aver dormito bene.
Sentivao come se le mie energie lasciavstessero abbandonando il mio corpo.
O più semplice: "mi stessero abbandonando".
Avevao già camminato per quasi 3 ore oe non riuscivo a trovare il posto che cercavao.
Ero convinto di che il l'ostello erafosse troppo vicino ma la Città è un labirinto, sentivo come sie fossei in un giardino di edifici, e monumenti antichissimi che si biforcavano, finalmente ho smess. Alla fine ho abbandonato questa impresa e ho deciso di affittare una camera in un altro hotel.
"Finalmente" ha un significato più emotivo. Lo puoi usare quando hai aspettato a lungo che qualcosa succedesse.
Alla fine, dopo andare tra iver camminato nel buio della città ho trovato un posto perdove dormire.
Era troppo caro comunque,, ma non avevo altre opzioni, dovevao dormire e riecuperare le mie energie.
Non ho capito cosa c'entrava la parola "comunque".
L’hotel mi sembrava più piccolo rispetto agli altri che ho conosciuin cui sono stato.
C’ era una ragazza che mi ha parlato prima in italiano ma io ero stanco e il mio cervello non potevriusciva a pensare in italiano, inoltre non riusciva a trovare le parole giuste per cominciare la conversazione.
Ho deciso di utilizzare l’inglese, ma la ragazza sembrava un po’ contrariata!
Mi aveva chiesto di parlare lento, avevo modulato la mia maniera di parlare e la ragazza sembrava conforme.
La camera aveva un letto matrimoniale, di fronte al letto avevc'era un specchio di forma ovale.
Il bagno era alin fondo dealla camera, amplio, pulito, e tutto di colore bianco.
Ho fatto una doccia troppo veloce e immediatamente mi ero andatovelocissimo e sono andato immediatamente a letto pera dormire.
"Troppo veloce" dà l'idea che non ti sei lavato bene e fossi ancora mezzo sporco.
Mi sono svegliato troppo presto, alle 7:30 a.m. Sentivao il rumore della città nella mattina, nuovamente tantissime lingue quasi come nel racconto della torre di bBabele, ma qui, non si voleva costruire una torre fino al cielo, anzi si voleva andare per la strada semplicemente come un turista in tempo di covid.
La città mei sembrava più diversa con il sole radiante, h. Ho scoperto che il mio ostello era troppo vicino a me, però non avevo potutovicinissimo a dove mi trovavo, però non ero riuscito a trovarlio la notte scorsa per la mia stanchezza o per il buio della notte.
"Troppo vicino a me" è difficile da capire, non ha molto senso in questo contesto. Sembra che hai l'ostello di fianco a te.
Se dici "non avevo potuto trovarlo", dai l'impressione che qualcosa ti abbia impedito di trovarlo (come un impegno). Dovresti invece dire "non ci sono riuscito" perché comunque ci hai provato.
Ho preso una strada che si chiama San t'Antonio e dopo un ponte con lo stesso nome, quindi, sono arrivato finalmente al mio ostello, Santa Fosca, ero molto lieto!
"San" se il nome dopo inizia per consonante, altrimenti "Sant'" apostrofato.
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Confondi la terza persona singolare con la prima singolare, soprattutto all'imperfetto.
Ricorda che dopo "dopo" ci vuole l'infinito passato e non l'infinito.
Perduto nella città dove le strada si biforcano Perduto nella città dove le strad |
Perduto nella città dove le strada si biforcano |
Era una calma e tranquilla notte di settembre quando sono arrivato per prima volta a Venezia. Era una calma e tranquilla notte di settembre quando sono arrivato per la prima volta a Venezia. |
Prima di tutto ho capito che la città era veramente piena da gente da tutto il mondo. Prima di tutto ho capito che la città era veramente piena d |
Mentre camminava per il ponte principale a Piazzale Roma sentiva parlare diverse lingue, russo, inglese, francese, tedesco e tantissime altre che non riuscivo a capire. Mentre camminav Penso sarebbe stato meglio "sul ponte", ma va bene anche come l'hai scritto tu. |
Prendeva con me una valigia di colore verde, dove o messo tutti i miei vestiti e i miei libri, per esempio un libro da Pirandello, “l´ Umorismo” basicamente saggi verso questo argomento, cioè il umorismo, altre libro con il titolo “Propaganda; The formation of Mass Attitude” anche uno di Storia di Linguaggio e tantissime altre…in fatti la mia valigia era quasi piena di libri e non tanto di vestiti.
L'ultima frase sarebbe più spontanea così: "la mia valigia era più piena di libri che (non) di vestiti". |
Dopo dare una veloce occhiata al mio telefonino avevo scoperto che il google maps era inservibile a Venezia, o provato di trovare il mio ostello sulla mappa ma, la mia posizione non era precisa anzi errata e imprecisa. Dopo |
Era molto stanco, aveva viaggiato per quasi due giorni senza aver dormito bene. Er |
Sentiva come le mie energie lasciavano il mio corpo. Sentiv O più semplice: "mi stessero abbandonando". |
Aveva già camminato per quasi 3 ore o non riuscivo a trovare il posto che cercava. Avev |
Ero convinto di che il ostello era troppo vicino ma la Città è un labirinto, sentivo come si fosse in un giardino di edifici, e monumenti antichissimi che si biforcavano, finalmente ho smesso questa impresa e ho deciso di affittare una camera in altro hotel. Ero convinto "Finalmente" ha un significato più emotivo. Lo puoi usare quando hai aspettato a lungo che qualcosa succedesse. |
Alla fine, dopo andare tra il buio della città ho trovato un posto per dormire. Alla fine, dopo a |
Era troppo caro comunque, non avevo altre opzioni doveva dormire e ricuperare le mie energie. Era troppo caro Non ho capito cosa c'entrava la parola "comunque". |
L’hotel mi sembrava più piccolo rispetto agli altri che ho conosciuto. L’hotel mi sembrava più piccolo rispetto agli altri |
C’ era una ragazza che mi parlo prima in italiano ma io ero stanco e il mio cervello non poteva pensare in italiano, inoltre non riusciva a trovare le parole giuste per cominciare la conversazione. C’ era una ragazza che mi ha parlato prima in italiano ma io ero stanco e il mio cervello non |
Ho deciso di utilizzare l’inglese, ma la ragazza sembrava un po’ contrariata! This sentence has been marked as perfect! |
Mi aveva chiesto di parlare lento, avevo modulato la mia maniera di parlare e la ragazza sembrava conforme. This sentence has been marked as perfect! |
La camera aveva un letto matrimoniale, di fronte al letto aveva un specchio di forma ovale. La camera aveva un letto matrimoniale, di fronte al letto |
Il bagno era al fondo della camera, amplio, pulito, e tutto di colore bianco. Il bagno era |
Ho fatto una doccia troppo veloce e immediatamente mi ero andato a letto per dormire. Ho fatto una doccia "Troppo veloce" dà l'idea che non ti sei lavato bene e fossi ancora mezzo sporco. |
Mi sono svegliato troppo presto, alle 7:30 a.m. Sentiva il rumore della città nella mattina, nuovamente tantissime lingue quasi come nel racconto della torre di babele, ma qui, non si voleva costruire una torre fino al cielo, anzi andare per la strada semplicemente come un turista in tempo di covid. Mi sono svegliato troppo presto, alle 7:30 |
La città me sembrava più diversa con il sole radiante, ho scoperto che il mio ostello era troppo vicino a me, però non avevo potuto trovarli la notte scorsa per la mia stanchezza o per il buio della notte. La città m "Troppo vicino a me" è difficile da capire, non ha molto senso in questo contesto. Sembra che hai l'ostello di fianco a te. Se dici "non avevo potuto trovarlo", dai l'impressione che qualcosa ti abbia impedito di trovarlo (come un impegno). Dovresti invece dire "non ci sono riuscito" perché comunque ci hai provato. |
Ho preso una strada che si chiama San Antonio e dopo un ponte con lo stesso nome, quindi, sono arrivato finalmente al mio ostello, Santa Fosca, ero molto lieto! Ho preso una strada che si chiama San "San" se il nome dopo inizia per consonante, altrimenti "Sant'" apostrofato. |
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