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Monsieur_Elephant

Nov. 25, 2024

62
Maiuscole e signi diacritici

Una difficoltà a cui si confrontano gli studenti imparando il francese e l'italiano è il modo di fare i segni diacritici. È soprattutto un problema per gli anglofoni o tedescofoni, che non hanno nessun segno sulle tastiere QWERTY. Sebbene si possa fare la maggior parte delle diacritiche con i codi Alt. Si deve mantenere il tasto "Alt" premuto e inserire una stringa di numeri dal tastierino numerico. Per esempio, la combinazione "Alt + 0200" dà la lettera "È". Le tastiere virtuali sono un'altra soluzione. Le uso particolarmente per scrivere lingue che si scrivono da alfabeti non latini, come il persano e il russo. Mi piacevono molto le tastiere virtuali del sito Lexilogos, che sono facili da usare.

A questo proposito, ho visto sul sito web di Zanichelli che gli accenti sulle maiuscole non erano obbligatori in italiano, solo "fortamente raccomendati". In francese i diacritici sulle (et sotto) le maiuscole sono obbligatorie. Scrivere "Ca" invece di "Ça" è un errore, perché cambia la pronuncia, visto che la mancanza di cediglia trasforma il /sa/ in /ka/. Purtroppo, molti (specialmente la gente relativamente anziana) hanno sempre imparato che non era il caso. All'epoca delle macchine per scrivere, era di fatto difficile, se non impossibile, di fare maiuscole con diacritici.

Una ragazza di cui ho corretto un testo qui mi ha detto che non abbia mai questa abitudine perché secondo un francophono che aveva incontrato su Internet, tutti se ne fregano dei signi diacritici con le maiuscole. In un certo senso, è vero. Ma quando corrego, presumo sempre che alcuni studenti potrebbero un giorno sostenere esami di francese, usara la lingua in contesti professionali o solo preoccuparsi di parlare una lingua corretta, perciò, non posso pensare alle cose di cui si frega. Mi fa pensare alla mia adolescenza. Molti su Internet scrivevano nel "languaggio SMS", un tipo di francese trascurato (e onestamente illeggibile) pieno di errori e di abbreviazioni, come se scrivessero col telefone. E quando qualcuno loro facciava la rimarca che potrebbero scrivere meglio, rispondevano "non siamo a scuola". Non ho mai capito quella mentalità. È un po' stupida per me, però...

Mi chiedo se esista un "languaggio SMS" italiano!

Corrections

Maiuscole e siegni diacritici

Una difficoltà a cui si confrontano gli studenti che imparando il francese e l'italiano è il modo di fusare i segni diacritici.

È soprattutto un problema per gli anglofoni o tedescofoni, che non hanno nessun segnimbolo sulle tastiere QWERTY.

"Anglofoni" e "tedescofoni" non è un errore, ma in italiano è più spontaneo dire "inglesi" e "tedeschi", identificando la nazionalità.

In questo caso, "segno" non può stare da solo (significa un'altra cosa), devi per forza dire "segno diacritico". Detto questo, quelli sui tasti della tastiera si chiamano "simboli".

Sebbene si possa fare la maggior parte dellei diacritichei con i codici Alt.

Si deve mantenere il tasto "Alt" premuto e inserire una stringa di numeri dal tastierino numerico.

Per esempio, la combinazione "Alt + 0200" dà la lettera "È".

Le tastiere virtuali sono un'altra soluzione.

Le uso particolarmente per scrivere in lingue che si scrivono dacon alfabeti non latini, come il persiano e il russo.

Mi piacevoano molto le tastiere virtuali del sito Lexilogos, che sono facili da usare.

A questo proposito, ho visto sul sito web di Zanichelli che gli accenti sulle maiuscole non erasono obbligatori in italiano, solo "fortaemente raccomeandati".

Direi "consigliati" al posto di "raccomandati", ma è comunque corretta anche la tua versione.

In francese i diacritici sulle (et sotto) le maiuscole sono obbligatorie.

Scrivere "Ca" invece di "Ça" è un errore, perché cambia la pronuncia, visto che la mancanza di cediglia trasforma il /sa/ in /ka/.

Purtroppo, molti (specialmente la gente relativamente anziana) hanno sempre imparato che non era il casocosì.

L'espressione "non è il caso" si usa quando vuoi dire che è meglio evitare qualcosa perché non appropriato.

All'epoca delle macchine per scrivere, era di fatto difficile, se non impossibile, di farscrivere le maiuscole coni diacritici.

Una ragazza di cui ho corretto un testo qui mi ha detto che non abbiha mai questa abitudine perché secondo un francophfono che aveva incontrato su Internet, tutti se ne fregano dei siegni diacritici con le maiuscole.

Anche qua, si direbbe "francese".

In un certo senso, è vero.

Ma quando correggo, presumdo sempre per scontato che alcuni studenti potrebbero un giorno sostenere esami di francese, usarae la lingua in contesti professionali o solo preoccuparsi di parlare una lingua corretta, perciò, non posso pensare alle cose di cui ci si frega.

Mi fa pensare alla mia adolescenza.

Molti su Iinternet scrivevano nel "lainguaggio SMS", un tipo di francese trascurato (e onestamente illeggibile) pieno di errori e di abbreviazioni, come se scrivessero col telefoneo.

Non ho capito cosa intendi con "come se scrivessero col telefono"

E quando qualcuno loro facciava la rimarcagli faceva notare che potrebbero scrivere meglio, rispondevano "non siamo a scuola".

Non ho mai capito quellsta mentalità.

"Questa", perché ne hai appena parlato.

È un po' stupidao per me, però...


Mi chiedo se esista un "l
ainguaggio SMS" italiano!

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Comunque sì, in italiano esiste (o è esistito) un linguaggio SMS!

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Anerneq

Nov. 25, 2024

0

Attenzione alle vocali. Te ne sarai già accorto, ma a volte le parole possono assomigliarso tra italiano e francese, con l'eccezione di qualche vocale.

Volevo giusto fare due appunti:
- in italiano il gerundio non si usa come in spagnolo e in inglese per caratterizzare un oggetto ("gli studenti imparando"). Il gerundio indica o una maniera o la simultaneità di due azioni. In alcuni casi, può anche essere utile per esprimere una causa ("essendo che" è essenzialmente un sinonimo di "siccome").

- La parola "rimarca" non mi sembra esista. Il verbo "rimarcare" esiste, ma significa "sottolineare" o "enfatizzare", in senso figurato (vorrei rimarcare che... = vorrei farti notare che...). Il verbo "remaquer" ha tante traduzioni possibili, di norma si traduce con "notare" (j'ai remarqué que= ho notato che).
Sempre in ambito di francesismi, voglio giusto farti notare che il verbo "raccomandare" è, sì, un sinonimo di "consigliare", ma si tratta di un significato secondario. Il significato primario è quello di aiutare qualcuno a ottenere un lavoro, un premio o una posizione di rilievo mettendo una buona parola. "Essere raccomandati" equivale all'essere il "figlio di" o "il nipote di", si usa quando si parla di nepotismo. Ci sono anche casi in cui ha un significato più positivo, ovviamente.
Un altro uso molto comune del verbo "raccomandare" è nell'espressione "mi raccomando" che è una mise en guarde, equivale al dire "attenzione", ma ha una connotazione leggermente affettiva (dirai "mi raccomando" a una persona a cui tieni, per metterla in guardia su qualcosa).

A parte questo, il testo è ben scritto, anche se ti appoggi molto sulla tua lingua madre. Al tuo livello, un italiano non avrebbe problemi a comprenderti, nonostante i francesismi.

Per quel che riguarda il linguaggio SMS, mi sembra che oggigiorno sia alquanto raro, ma era abbastanza comune quando ero piccolo e le vecchie generazioni continuano a scrivere così di tanto in tanto (nonostante le nuove generazioni, invece, abbiano smesso). Spesso, per abbreviare, si usa la K ("ke" al posto di "che") oppure si tolgono alcune vocali (cm va?= come va?). Le contrazioni più comuni sono "nn" per "non", "cmq" per "comunque" e "tvb" per "ti voglio bene".

Aggiungo anche che nelle tastiere italiane è impossibile scrivere le maiuscole accentate senza ricorrere ai codici Alt. Per questa ragione, a volte si sostituisce l'accento con un apostrofo (E' al posto di È). È una pratica limitata (e che personalmente sconsiglio, nel 2024 sappiamo tutti fare copia-incolla se manca un simbolo sulla tastiera, non è difficile), ma esiste.

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Monsieur_Elephant

Nov. 25, 2024

62

Grazie mille per la correzione e le spiegazioni, soprattutto le sfumature di significato. «Essere raccomendato», ché bel euphemismo in un caso di nepotismo! :-D

In spagnole e portoghese, si dice anche "k" o "q" per "que/qué". Anche in francese, il linguaggio SMS è scomparso con lo sviluppo degli instrumenti di correzione automatica, ma si, quando ero piccolo... Era la lingua ufficiale degli Skyblogs... Sai, gli americani avevono MySpace, ma noi avevamo Skyblog. Mi ricordo con nostalgia di tutti questi monumenti della letteratura, scritti in verde mela su un fondo giallo limone, e dedicati alla gloria del gruppo Tokio Hotel o del tuning. Uno dei miei amici aveva un blog tipico di adolescente emo-gotico^^

È un peccato! Le nostre tastiere fanno un po' schiffo nel senso che non si può accedere ne alle virgolette («»), ne ai diacritici con maiuscole; siccome vivi in Francia, forse ne hai uno e hai visto. ma a parte questo, sono pratici. Preferisco scrivere l'inglese con la mia tastiera AZERTY (odio le QWERTY, onestamente). Ho visto spesso questa "E'" in Italia, all'inizio non sapevo cosa fosse, ma non poteva essere qualcosa di altro di "È"!

J'ai également lu ta réponse sur le corse, merci, tu sembles assez calé sur le sujet. Je savais que c'était lié au toscan, mais j'ignorais quel était le degré de parenté avec le sarde. D'ailleurs, la langue sarde a apparemment un substrat linguistique datant de la culture nuragique. Avez-vous quelques mots d'origine carthaginoise ?

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Monsieur_Elephant

Nov. 26, 2024

62

Ah, j'aurais une dernière petite question, sans rapport avec le texte : quel mode met-on après "È un peccato che...", subjonctif ou indicatif ?

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Anerneq

Nov. 26, 2024

0

Il computer che ho a casa è italiano (era di un amico che me l'ha rivenduto), quindi uso la tastiera QWERTY italiana, ma al lavoro mi tocca usare l'AZERTY. Ci ho messo un po' per prendere la mano, ma adesso penso di riuscire a usare entrambe con discreta facilità. Ciononostante, preferisco usare la tastiera italiana per una pura questione di familiarità, anche se, a dirla tutta, sull'AZERTY sono disponibili molti più simboli e in particolare è molto più facile usare i diacritici rispetto alla tastiera italiana).

Comme tu m'écris en français, je te réponds aussi en français.
Je ne suis pas sûr d'être autant calé sur le sujet Corse, mais je le suis sur tout ce qui est Sardaigne. Les influences linguistiques pré-romaines du sarde sont principalement des traces de(s) langue(s) nuragique(s) (les experts ne sont pas d'accord s'il s'agissait d'une seule langue ou plusieurs) et du punique (ou carthaginois). Attention, il s'agit bien de deux langues différentes : le punique était une langue sémitique, alors que on n'est pas sûr pour le nuragique (il y a plusieurs théories là dessus, mais rien de concret).
Le substrat nuragique est très pauvre. Il s'agit principalement de mots de plantes, animaux et, surtout, de noms géographiques (montagnes, lacs, villages, etc.).
Le substrat punique est très pauvre aussi. Le seul mot que je peux présenter comme exemple c'est le mot "mitza" qui veut dire "source d'eau".
Après le pourcentage de mots étrangers diffère selon le dialecte pris en examen. Par exemple, mon dialecte a subi beaucoup d'influences du catalan, alors que les dialectes du nord de l'île ressemblent plutôt à l'espagnol.

È un peccato che+ congiuntivo. Il s'agit d'une émotion, quelque chose de subjectif.

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Monsieur_Elephant

Nov. 26, 2024

62

Ça m'étonnerait beaucoup que ces gens parlassent (avec un imparfait du subonctif !) une langue unique, ou du moins une langue unifiée ; s'il y avait une seule langue, je pencherais plutôt pour un continuum linguistique (donc un spectre, les gens du sud de l'île ayant sûrement eu des difficultés à comprendre ceux du nord). D'ailleurs, la quasi intégralité des langues antiques répandues sur un large territoire, du grec au gaulois en passant par le thrace, l'illyrien ou bien le vieux perse, étaient des continuums linguistiques.

Oui, en effet, sur la culture nuragique et sa langue, il n'y a que des suppositions, contrairement à la langue punique qui est une langue sémitique bien établie. Le basque est dans la même situation ! On en sait malheureusement très peu sur les peuples pré-indo-européens.

C'est assez dingue que si peu de choses subsistent de la culture punique/carthaginoise, alors qu'elle a eu une énorme influence en Méditerranée pendant des siècles. Ah, les grandes heures de Carthage ! Ça devait être sympa ! Commercer, faire des bijoux raffinés, taper sur les Romains, brûler vifs ses propres enfants à Baal... autant de petites activités sympathiques, qui égayent un weekend ! (je rigole mais j'aime bien les Carthaginois malgré leurs goûts religieux disons... fort particuliers !)

J'ai déjà eu la chance de visiter la Corse (qui mérite amplement son nom d'Île de Beauté, même si elle a ses défauts) donc je tenterai peut-être la Sardaigne un jour !)

C'est super que tu connaisses autant de choses sur ton île natale. La Sardaigne a vraiment une culture unique, j'ai l'impression, il est essentiel de la préserver.

Grazie per le risposta, me sembrava che "è peccato che" richiedesse un congiuntivo.

Maiuscole e signi diacritici


Maiuscole e siegni diacritici

Una difficoltà a cui si confrontano gli studenti imparando il francese e l'italiano è il modo di fare i segni diacritici.


Una difficoltà a cui si confrontano gli studenti che imparando il francese e l'italiano è il modo di fusare i segni diacritici.

È soprattutto un problema per gli anglofoni o tedescofoni, che non hanno nessun segno sulle tastiere QWERTY.


È soprattutto un problema per gli anglofoni o tedescofoni, che non hanno nessun segnimbolo sulle tastiere QWERTY.

"Anglofoni" e "tedescofoni" non è un errore, ma in italiano è più spontaneo dire "inglesi" e "tedeschi", identificando la nazionalità. In questo caso, "segno" non può stare da solo (significa un'altra cosa), devi per forza dire "segno diacritico". Detto questo, quelli sui tasti della tastiera si chiamano "simboli".

Sebbene si possa fare la maggior parte delle diacritiche con i codi Alt.


Sebbene si possa fare la maggior parte dellei diacritichei con i codici Alt.

Si deve mantenere il tasto "Alt" premuto e inserire una stringa di numeri dal tastierino numerico.


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Per esempio, la combinazione "Alt + 0200" dà la lettera "È".


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Le tastiere virtuali sono un'altra soluzione.


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Le uso particolarmente per scrivere lingue che si scrivono da alfabeti non latini, come il persano e il russo.


Le uso particolarmente per scrivere in lingue che si scrivono dacon alfabeti non latini, come il persiano e il russo.

Mi piacevono molto le tastiere virtuali del sito Lexilogos, che sono facili da usare.


Mi piacevoano molto le tastiere virtuali del sito Lexilogos, che sono facili da usare.

A questo proposito, ho visto sul sito web di Zanichelli che gli accenti sulle maiuscole non erano obbligatori in italiano, solo "fortamente raccomendati".


A questo proposito, ho visto sul sito web di Zanichelli che gli accenti sulle maiuscole non erasono obbligatori in italiano, solo "fortaemente raccomeandati".

Direi "consigliati" al posto di "raccomandati", ma è comunque corretta anche la tua versione.

In francese i diacritici sulle (et sotto) le maiuscole sono obbligatorie.


In francese i diacritici sulle (et sotto) le maiuscole sono obbligatorie.

Scrivere "Ca" invece di "Ça" è un errore, perché cambia la pronuncia, visto che la mancanza di cediglia trasforma il /sa/ in /ka/.


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Purtroppo, molti (specialmente la gente relativamente anziana) hanno sempre imparato che non era il caso.


Purtroppo, molti (specialmente la gente relativamente anziana) hanno sempre imparato che non era il casocosì.

L'espressione "non è il caso" si usa quando vuoi dire che è meglio evitare qualcosa perché non appropriato.

All'epoca delle macchine per scrivere, era di fatto difficile, se non impossibile, di fare maiuscole con diacritici.


All'epoca delle macchine per scrivere, era di fatto difficile, se non impossibile, di farscrivere le maiuscole coni diacritici.

Una ragazza di cui ho corretto un testo qui mi ha detto che non abbia mai questa abitudine perché secondo un francophono che aveva incontrato su Internet, tutti se ne fregano dei signi diacritici con le maiuscole.


Una ragazza di cui ho corretto un testo qui mi ha detto che non abbiha mai questa abitudine perché secondo un francophfono che aveva incontrato su Internet, tutti se ne fregano dei siegni diacritici con le maiuscole.

Anche qua, si direbbe "francese".

In un certo senso, è vero.


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Ma quando corrego, presumo sempre che alcuni studenti potrebbero un giorno sostenere esami di francese, usara la lingua in contesti professionali o solo preoccuparsi di parlare una lingua corretta, perciò, non posso pensare alle cose di cui si frega.


Ma quando correggo, presumdo sempre per scontato che alcuni studenti potrebbero un giorno sostenere esami di francese, usarae la lingua in contesti professionali o solo preoccuparsi di parlare una lingua corretta, perciò, non posso pensare alle cose di cui ci si frega.

Mi fa pensare alla mia adolescenza.


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Molti su Internet scrivevano nel "languaggio SMS", un tipo di francese trascurato (e onestamente illeggibile) pieno di errori e di abbreviazioni, come se scrivessero col telefone.


Molti su Iinternet scrivevano nel "lainguaggio SMS", un tipo di francese trascurato (e onestamente illeggibile) pieno di errori e di abbreviazioni, come se scrivessero col telefoneo.

Non ho capito cosa intendi con "come se scrivessero col telefono"

E quando qualcuno loro facciava la rimarca che potrebbero scrivere meglio, rispondevano "non siamo a scuola".


E quando qualcuno loro facciava la rimarcagli faceva notare che potrebbero scrivere meglio, rispondevano "non siamo a scuola".

Non ho mai capito quella mentalità.


Non ho mai capito quellsta mentalità.

"Questa", perché ne hai appena parlato.

È un po' stupida per me, però... Mi chiedo se esista un "languaggio SMS" italiano!


È un po' stupidao per me, però...


Mi chiedo se esista un "l
ainguaggio SMS" italiano!

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