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tomsfox

Feb. 28, 2021

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“La terribile lingua tedesca” di Mark Twain, parte 1ª

Andavo spesso a vedere la raccolta di curiosità al castello di Heidelberg, e un giorno ne sorpresi il curatore con il mio tedesco. Parlai esclusivamente in quella lingua. Egli era molto interessato; e dopo che avevo parlato un po’, disse che il mio tedesco era molto raro, possibilmente “unico”; e voleva aggiungerlo al suo museo.

Se avesse saputo quanto mi fosse costato apprendere la mia arte, avrebbe anche saputo che rovinerebbe qualsiasi collezionista comprarla. Era da ormai diverse settimane che Harris e io lavoravamo sodo al nostro tedesco, e nonostante avessimo fatto grandi progressi, essi erano stati ottenuti sotto grandi difficoltà e fastidio, perché tre dei nostri insegnanti erano morti nel frattempo. Una persona che non abbia studiato il tedesco non può formarsi un’idea di quanto sia una lingua sconcertante.

Di sicuro non c’è nessun’altra lingua così sciatta e disorganica, e così viscida e inafferrabile. In essa si viene trascinati avanti e indietro in modo più indifeso; e quando si crede di aver finalmente afferato una regola che offra terra ferma sui cui riposarsi fra il turbinio e il tumulto generali delle dieci parti del discorso, si volta pagina e legge: “Lo studente prenda attentamente nota delle seguenti ECCEZIONI.” Vi si dà una scorsa e scopre che la regola ha più eccezioni che applicazioni. E così si cade di nuovo in mare, cercando un altro Ararat e trovando altre sabbie mobili. Questa era e continua ad essere la mia esperienza. Ogni volta che credo di essermi impadronito di uno di quei quattro confusi “casi”, un’apparentemente insignificante preposizione s’intromette nella mia frase, vestita di un potere terribile e insospettato, e fa crollare la terra sotto i miei piedi. Per esempio il mio libro chiede di un certo uccello (chiede sempre di cose che non hanno nessuna importanza per nessuno): “Dov’è l’uccello?” Allora, la risposta a questa domanda — secondo il libro — è che l’uccello aspetta nella fucina a causa della pioggia. Ovviamente nessun uccello lo farebbe, ma ci si deve attenere al libro. Molto bene, inizio a elaborare il tedesco per questa risposta. Cominicio, necessariamente, dall’estremità sbagliata, perché è questa la maniera tedesca. Mi dico: “REGEN (pioggia) è maschile — o forse è femminile — o possibilmente neutro — è troppa fatica controllare adesso. Quindi è DER REGEN, DIE REGEN o DAS REGEN, a seconda del genere che si rivelerà di avere quando controllerò. Nell’interesse della scienza parto dal presupposto che sia maschile. Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nel passivo stato dell’essere NOMINATO senza elaborazione e discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che è una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e questo lancia la pioggia al dativo, facendola diventare DEM Regen. Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coll’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare all’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”. Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commento che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, lancia il soggetto SEMPRE al GENITIVO, a prescindere dalle conseguenze — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.

Nota bene: Fui informato dopo da un’autorità superiore che c’è un’“eccezione” che permette dire “wegen DEN Regen” in certe circostanze particolari e complesse, e che quest’eccezione si applica SOLO alla pioggia.


I went often to look at the collection of curiosities in Heidelberg Castle, and one day I surprised the keeper of it with my German. I spoke entirely in that language. He was greatly interested; and after I had talked a while he said my German was very rare, possibly a "unique"; and wanted to add it to his museum.

If he had known what it had cost me to acquire my art, he would also have known that it would break any collector to buy it. Harris and I had been hard at work on our German during several weeks at that time, and although we had made good progress, it had been accomplished under great difficulty and annoyance, for three of our teachers had died in the mean time. A person who has not studied German can form no idea of what a perplexing language it is.

Surely there is not another language that is so slipshod and systemless, and so slippery and elusive to the grasp. One is washed about in it, hither and thither, in the most helpless way; and when at last he thinks he has captured a rule which offers firm ground to take a rest on amid the general rage and turmoil of the ten parts of speech, he turns over the page and reads, "Let the pupil make careful note of the following EXCEPTIONS." He runs his eye down and finds that there are more exceptions to the rule than instances of it. So overboard he goes again, to hunt for another Ararat and find another quicksand. Such has been, and continues to be, my experience. Every time I think I have got one of these four confusing "cases" where I am master of it, a seemingly insignificant preposition intrudes itself into my sentence, clothed with an awful and unsuspected power, and crumbles the ground from under me. For instance, my book inquires after a certain bird--(it is always inquiring after things which are of no sort of no consequence to anybody): "Where is the bird?" Now the answer to this question--according to the book--is that the bird is waiting in the blacksmith shop on account of the rain. Of course no bird would do that, but then you must stick to the book. Very well, I begin to cipher out the German for that answer. I begin at the wrong end, necessarily, for that is the German idea. I say to myself, "REGEN (rain) is masculine--or maybe it is feminine--or possibly neuter--it is too much trouble to look now. Therefore, it is either DER (the) Regen, or DIE (the) Regen, or DAS (the) Regen, according to which gender it may turn out to be when I look. In the interest of science, I will cipher it out on the hypothesis that it is masculine. Very well--then THE rain is DER Regen, if it is simply in the quiescent state of being MENTIONED, without enlargement or discussion--Nominative case; but if this rain is lying around, in a kind of a general way on the ground, it is then definitely located, it is DOING SOMETHING--that is, RESTING (which is one of the German grammar's ideas of doing something), and this throws the rain into the Dative case, and makes it DEM Regen. However, this rain is not resting, but is doing something ACTIVELY,--it is falling--to interfere with the bird, likely--and this indicates MOVEMENT, which has the effect of sliding it into the Accusative case and changing DEM Regen into DEN Regen." Having completed the grammatical horoscope of this matter, I answer up confidently and state in German that the bird is staying in the blacksmith shop "wegen (on account of) DEN Regen." Then the teacher lets me softly down with the remark that whenever the word "wegen" drops into a sentence, it ALWAYS throws that subject into the GENITIVE case, regardless of consequences--and therefore this bird stayed in the blacksmith shop "wegen DES Regens."

N.B.--I was informed, later, by a higher authority, that there was an "exception" which permits one to say "wegen DEN Regen" in certain peculiar and complex circumstances, but that this exception is not extended to anything BUT rain.

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Corrections

“La terribile lingua tedesca” di Mark Twain, parte 1ª

Andavo spesso a vedere la raccoltmostra di curiosità al castello di Heidelberg, e un giorno ne sorpresi il curatore con il mio tedesco.

Hai fatto bene a tradurre "collection" con "raccolta", ma in questo caso specifico non va bene, perché di tratta di un'esposizione ufficiale.

Ti sconsiglio di usare il passato remoto in generale, ma comunque non lo correggerò, perché usi uno stile narrativo-poetico.

Parlai esclusivamente in quella lingua.

EglLui era molto interessato; e dopo che avevo parlato un po’, disse che il mio tedesco era molto raro, possibilmente “unico”; e voleva aggiungerlo al suo museo.

Non usare "egli". È un pronome troppo antiquato.

Se avesse saputo quanto mi fosse costato apprendere la mia arte, avrebbe anche saputo che rovinerebbecomprarla avrebbe mandato in rovina qualsiasi collezionista comprarla.

"Mandato in rovina" si usa per una rovina di tipo economico. Anche "rovinare" è corretto, però.

Era da ormai diverse settimane che Harris e io lavoravamo sodo al nostro tedesco, e nonostante avessimo fatto grandi progressi, essi erano stati ottenuti sottocon grandi difficoltà e fastidio, perché tre dei nostri insegnanti erano morti nel frattempo.

"Essi" è antiquato. Lo potresti ritrovare in contesti scientifici, ma molto raramente. Ti consiglio di evitarlo proprio (questo vale per tutti i derivati: "esso", "essa" e "esse").

Una persona che non abbiha studiato il tedesco non può formarsi un’idea di quanto sia una lingua sconcertante sia.

Di sicuro non c’è nessun’altra lingua così sciatta e disorganica, e così viscida e inafferrabile.

In essaNel tedesco si viene trascspinati avanti e indietro in modo più indifesoi; e quando si crede di aver finalmente afferrato una regola che offra terra ferma sui cui riposarsi fra il turbinio e il tumulto generali delle dieci parti del discorso, si volta pagina e si legge: “Lo studente prenda attentamente nota delle seguenti ECCEZIONI.” VGli si dà una scorsa e si scopre che la regola ha più eccezioni che applicazioni.

Non conoscevo la parola "scorsa". Io avrei detto più semplicemente "gli si dà una sfogliata".

E così si cade di nuovo in mare, cercando un altro Ararat e trovando altre sabbie mobili.

Questa era e continua ad essere la mia esperienza.

Ogni volta che credo di essermi impadronito diaver padroneggiato uno di quei quattro confusi “casi”, un’apparentemente insignificante preposizione s’intromette nella mia frase, vestita di un potere terribile e insospettato, e fa crollare la terra sotto i miei piedi.

In un contesto normale avrei corretto con "una preposizione apparentemente insignificante", ma dato lo stile poetico, il tuo ordine delle parole può funzionare.

Per esempio il mio libro chiede di un certo uccello (chiede sempre di cose che non hanno nessuna importanza per nessuno): “Dov’è l’uccello?” Allora, la risposta a questa domanda — secondo il libro — è che l’uccello aspetta nella fucina del fabbro a causa della pioggia.

Personalmente specificherei che è la fucina del fabbro. "Fucina" non è una parola molto frequente, quindi sarebbe bene inquadrarla in una qualche maniera.

Ovviamente nessun uccello lo farebbe, ma ci si deve attenere al libro.

Molto bene, inizio a elaborare il tedesco per questa risposta in tedesco.

Cominicio, necessariamente, dall’estremità sbagliata, perché è questa la maniera tedesca.

Mi dico: “REGEN (pioggia) è maschile — o forse è femminile — o possibilmente neutro — è troppao faticaoso controllare adesso.

Nell’interesse della scienza parto dal presupposto che sia maschile.

Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nello stato passivo stato dell’di essere NOMINATO senza elaborazione e, né discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che è una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e questo lancia la pioggia al dativo, facendola diventare DEM Regen.

"Senza elaborazione e discussione" va bene, ma essendoci una connotazione negativa, io preferirei "né".

Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coln l’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare all’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”.

Le uniche preposizioni articolate con "con" accettabili in italiano moderno sono "col" e "coi". "Colla", "colle", "collo", "cogli" e "coll'" sono voci antiquate.

Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commentando che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, lancia il soggetto SEMPRE al GENITIVO, a prescindere dalle conseguenze — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.

Nota bene: Fui informato dopo da un’autorità superiore che c’è un’“eccezione” che permette di dire “wegen DEN Regen” in certe circostanze particolari e complesse, e che quest’eccezione si applica SOLO alla pioggia.

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È evidente che hai un livello di italiano molto alto, il che è ammirevole. Molti degli errori grammaticali e ortografici (che comunque si contavano sulle dita di una mano) mi sono sembrate più sviste che altro.
L'unico appunto che vorrei fare è di far attenzione alle parole che usi. Molto spesso usi parole antiquate. Hai usato uno stile poetico, quindi alcune cose non le ho corrette per quello, ma ci sono tante altre parole che sono antiquate persino in un contesto poetico.
In generale sconsiglio sempre di usare il passato remoto. Qua non l'ho corretto perché lo stile lo permetteva e perché sei stato coerente, cioè non hai usato prima il passato remoto e poi il passato prossimo. Il consiglio che ti do, però, è di usare il passato remoto solo se scrivi una storia o se parli di qualcosa di storico. In italiano standard si usa così poco che quando vedo testi di stranieri scritti al passato remoto, mi suonano strani.

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Feb. 28, 2021

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EglLui era molto interessato; e dopo che avevo parlato un po’, disse che il mio tedesco era molto raro, possibilmente “unico”; e voleva aggiungerlo al suo museo.

https://www.youtube.com/watch?v=E-kOddgGeOg
https://i.imgur.com/Nh0Becd.jpg

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Feb. 28, 2021

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Era da ormai diverse settimane che Harris e io lavoravamo sodo al nostro tedesco, e nonostante avessimo fatto grandi progressi, essi erano stati ottenuti sottocon grandi difficoltà e fastidio, perché tre dei nostri insegnanti erano morti nel frattempo.

https://www.youtube.com/watch?v=ClM5qwxxlnY

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Feb. 28, 2021

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Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coln l’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare all’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”.

https://youtu.be/fkXiZlINTs4?t=10m5s
https://youtu.be/M8hCF50zkK4?t=10m22s
https://youtu.be/c9vbYaykp48?t=22s

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Feb. 28, 2021

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“Il consiglio che ti do, però, è di usare il passato remoto solo se scrivi una storia o se parli di qualcosa di storico. In italiano standard si usa così poco …”

https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=30s
https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=1m35s
https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=6m55s
https://youtu.be/AbL05U7WStI?t=2m29s
https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m6s
https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m17s
https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m27s
https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=8m56s
https://youtu.be/bBabnEDM2ts?t=1m32s
https://youtu.be/-ugMe5WW7Aw?t=12m21s
https://youtu.be/M8hCF50zkK4?t=14m38s
https://youtu.be/9uleD9D-CU8?t=1m38s
https://youtu.be/9uleD9D-CU8?t=1m58s
https://youtu.be/3g16MWFYvH4?t=6m36s

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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https://youtu.be/fkXiZlINTs4?t=10m5s https://youtu.be/M8hCF50zkK4?t=10m22s https://youtu.be/c9vbYaykp48?t=22s

Nel primo video dice "eccola". Nel secondo "con l'aiuto". Nel terzo "con la vostra resa". È vero che la "n" nel parlato, specialmente se si parla veloce, tende a sentirsi poco, ma c'è comunque differenza. "Coll'aiuto" o "colla vostra resa" si pronuncerebbero con doppia L, cosa che nei video non si sente.

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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https://www.youtube.com/watch?v=ClM5qwxxlnY

Come ho detto, lo potresti trovare in contesti scientifici (in questo caso storico), ma ti sconsiglio comunque di usarlo. A meno che non vuoi adottare un registro sostenuto.

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Feb. 28, 2021

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https://www.youtube.com/watch?v=E-kOddgGeOg https://i.imgur.com/Nh0Becd.jpg

Credo che citare un meme e un pezzo dei Simpson non sia proprio una "prova". Nel caso del meme, l'intento è umoristico. Comincia a parlare bene del morto, usando un linguaggio forbito e poi lo chiama "bastardo". C'è un contrasto di intenzioni manifesto nell'uso della lingua. Per quanto riguarda i simpson, Lisa è un personaggio caratterizzato da una mente brillante, al contrario del resto della sua famiglia. Ci sta che parli con un registro più alto e usi parole più ricercate. Io rinnovo il mio consiglio a non usare parole come "egli" o "ella", perché stonano in un contesto quotidiano. Non sono parole che si usano nella vita di tutti i giorni. Tutto qua.

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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“Il consiglio che ti do, però, è di usare il passato remoto solo se scrivi una storia o se parli di qualcosa di storico. In italiano standard si usa così poco …” https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=30s https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=1m35s https://youtu.be/cSIpV3soWi0?t=6m55s https://youtu.be/AbL05U7WStI?t=2m29s https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m6s https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m17s https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=1m27s https://youtu.be/ybYUBclGP8E?t=8m56s https://youtu.be/bBabnEDM2ts?t=1m32s https://youtu.be/-ugMe5WW7Aw?t=12m21s https://youtu.be/M8hCF50zkK4?t=14m38s https://youtu.be/9uleD9D-CU8?t=1m38s https://youtu.be/9uleD9D-CU8?t=1m58s https://youtu.be/3g16MWFYvH4?t=6m36s

Non ho intenzione di vedere i video, ma in questo caso posso darti ragione. Il passato remoto è un tempo particolare. Il mio consiglio agli stranieri è SEMPRE di usarlo nei casi che ho citato. È vero però che gli italiani madrelingua lo usano in varie percentuali: c'è chi lo usa come tempo prediletto del passato (a sostituire il passato prossimo), c'è chi come me lo usa solo in determinate circostanze e altri che non lo usano per niente. Se vuoi usarlo, puoi (e infatti non te l'ho corretto), però sappi che ad alcune persone potrebbe suonar male. Altre, invece, no.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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Nel primo video dice "eccola". Nel secondo "con l'aiuto". Nel terzo "con la vostra resa". È vero che la "n" nel parlato, specialmente se si parla veloce, tende a sentirsi poco, ma c'è comunque differenza. "Coll'aiuto" o "colla vostra resa" si pronuncerebbero con doppia L, cosa che nei video non si sente.

Mi riferivo a “lo scontro coll’idra”. Del resto non sono d’accordo che non si sentano le consonanti geminate.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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Come ho detto, lo potresti trovare in contesti scientifici (in questo caso storico), ma ti sconsiglio comunque di usarlo. A meno che non vuoi adottare un registro sostenuto.

https://www.youtube.com/watch?v=l4Q7gQKO1Uw

Vuoi che dia più esempi oppure continuerai a dirmi che si sente solo “molto raramente”?

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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Mi riferivo a “lo scontro coll’idra”. Del resto non sono d’accordo che non si sentano le consonanti geminate.

Anche in quel caso si sente "con l'idra". Puoi chiedere un secondo parere ad un'altra persona, però.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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Credo che citare un meme e un pezzo dei Simpson non sia proprio una "prova". Nel caso del meme, l'intento è umoristico. Comincia a parlare bene del morto, usando un linguaggio forbito e poi lo chiama "bastardo". C'è un contrasto di intenzioni manifesto nell'uso della lingua. Per quanto riguarda i simpson, Lisa è un personaggio caratterizzato da una mente brillante, al contrario del resto della sua famiglia. Ci sta che parli con un registro più alto e usi parole più ricercate. Io rinnovo il mio consiglio a non usare parole come "egli" o "ella", perché stonano in un contesto quotidiano. Non sono parole che si usano nella vita di tutti i giorni. Tutto qua.

Quando hai sentito la parola “bastardo”?

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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https://www.youtube.com/watch?v=l4Q7gQKO1Uw Vuoi che dia più esempi oppure continuerai a dirmi che si sente solo “molto raramente”?

Non capisco il tono rabbioso del commento. Il mio è un consiglio. Se non lo vuoi accettare, hai totale libertà. Sappi però che un italiano potrebbe storcere il naso se lo usi in maniera sbagliata. Tutto qua.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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“Non ho intenzione di vedere i video …”

Allora non ho intenzione di leggere il tuo commento.

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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Quando hai sentito la parola “bastardo”?

Nel meme c'è scritto.

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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“Non ho intenzione di vedere i video …” Allora non ho intenzione di leggere il tuo commento.

Suvvia, non c'è bisogno di arrabbiarsi. Ti ho pure dato ragione.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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Non capisco il tono rabbioso del commento. Il mio è un consiglio. Se non lo vuoi accettare, hai totale libertà. Sappi però che un italiano potrebbe storcere il naso se lo usi in maniera sbagliata. Tutto qua.

È solo che non capisco perché tu insista che questa parola si incontra solo raramente quando mi ci vogliono cinque minuti per trovarne un esempio.

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tomsfox

Feb. 28, 2021

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Nel meme c'è scritto.

Non so a quale meme tu ti riferisca. Quello è un pezzo tratto dalla serie.

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Anerneq

Feb. 28, 2021

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Un ultimo consiglio, oltre il quale da parte mia la conversazione finisce.

Ciò che determina il successo di una persona che impara è l'umiltà. Io non pretendo che la maniera in cui parlo sia l'unica corretta, perché come tutti ho il mio idioletta, ma essendo madrelingua italiano mi reputo un'autorità per ciò che riguarda la lingua italiana, contando soprattutto il fatto che sono uno scrittore e un poliglotta e la lingua, in particolare la mia lingua madre, è uno strumento che uso ogni singolo giorno. Detto ciò, i miei erano consigli volti all'aiutarti: non al criticarti, non al canzonarti, ma all'aiutarti. Se questo aiuto ti fa piacere riceverlo, io avrò piacere a fornirtelo. Se non sei interessato, a me poco cambia. Il mio è un aiuto interessato, ma ti consiglio vivamente di armarti di umiltà, perché ti aiuterà. Questo vale non solo per l'apprendimento di una lingua, ma in generale per la vita.
Pace.

“La terribile lingua tedesca” di Mark Twain, parte 1ª


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Andavo spesso a vedere la raccolta di curiosità al castello di Heidelberg, e un giorno ne sorpresi il curatore con il mio tedesco.


Andavo spesso a vedere la raccoltmostra di curiosità al castello di Heidelberg, e un giorno ne sorpresi il curatore con il mio tedesco.

Hai fatto bene a tradurre "collection" con "raccolta", ma in questo caso specifico non va bene, perché di tratta di un'esposizione ufficiale. Ti sconsiglio di usare il passato remoto in generale, ma comunque non lo correggerò, perché usi uno stile narrativo-poetico.

Parlai esclusivamente in quella lingua.


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Egli era molto interessato; e dopo che avevo parlato un po’, disse che il mio tedesco era molto raro, possibilmente “unico”; e voleva aggiungerlo al suo museo.


EglLui era molto interessato; e dopo che avevo parlato un po’, disse che il mio tedesco era molto raro, possibilmente “unico”; e voleva aggiungerlo al suo museo.

Non usare "egli". È un pronome troppo antiquato.

Se avesse saputo quanto mi fosse costato apprendere la mia arte, avrebbe anche saputo che rovinerebbe qualsiasi collezionista comprarla.


Se avesse saputo quanto mi fosse costato apprendere la mia arte, avrebbe anche saputo che rovinerebbecomprarla avrebbe mandato in rovina qualsiasi collezionista comprarla.

"Mandato in rovina" si usa per una rovina di tipo economico. Anche "rovinare" è corretto, però.

Era da ormai diverse settimane che Harris e io lavoravamo sodo al nostro tedesco, e nonostante avessimo fatto grandi progressi, essi erano stati ottenuti sotto grandi difficoltà e fastidio, perché tre dei nostri insegnanti erano morti nel frattempo.


Era da ormai diverse settimane che Harris e io lavoravamo sodo al nostro tedesco, e nonostante avessimo fatto grandi progressi, essi erano stati ottenuti sottocon grandi difficoltà e fastidio, perché tre dei nostri insegnanti erano morti nel frattempo.

"Essi" è antiquato. Lo potresti ritrovare in contesti scientifici, ma molto raramente. Ti consiglio di evitarlo proprio (questo vale per tutti i derivati: "esso", "essa" e "esse").

Una persona che non abbia studiato il tedesco non può formarsi un’idea di quanto sia una lingua sconcertante.


Una persona che non abbiha studiato il tedesco non può formarsi un’idea di quanto sia una lingua sconcertante sia.

Di sicuro non c’è nessun’altra lingua così sciatta e disorganica, e così viscida e inafferrabile.


This sentence has been marked as perfect!

In essa si viene trascinati avanti e indietro in modo più indifeso; e quando si crede di aver finalmente afferato una regola che offra terra ferma sui cui riposarsi fra il turbinio e il tumulto generali delle dieci parti del discorso, si volta pagina e legge: “Lo studente prenda attentamente nota delle seguenti ECCEZIONI.” Vi si dà una scorsa e scopre che la regola ha più eccezioni che applicazioni.


In essaNel tedesco si viene trascspinati avanti e indietro in modo più indifesoi; e quando si crede di aver finalmente afferrato una regola che offra terra ferma sui cui riposarsi fra il turbinio e il tumulto generali delle dieci parti del discorso, si volta pagina e si legge: “Lo studente prenda attentamente nota delle seguenti ECCEZIONI.” VGli si dà una scorsa e si scopre che la regola ha più eccezioni che applicazioni.

Non conoscevo la parola "scorsa". Io avrei detto più semplicemente "gli si dà una sfogliata".

E così si cade di nuovo in mare, cercando un altro Ararat e trovando altre sabbie mobili.


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Questa era e continua ad essere la mia esperienza.


This sentence has been marked as perfect!

Ogni volta che credo di essermi impadronito di uno di quei quattro confusi “casi”, un’apparentemente insignificante preposizione s’intromette nella mia frase, vestita di un potere terribile e insospettato, e fa crollare la terra sotto i miei piedi.


Ogni volta che credo di essermi impadronito diaver padroneggiato uno di quei quattro confusi “casi”, un’apparentemente insignificante preposizione s’intromette nella mia frase, vestita di un potere terribile e insospettato, e fa crollare la terra sotto i miei piedi.

In un contesto normale avrei corretto con "una preposizione apparentemente insignificante", ma dato lo stile poetico, il tuo ordine delle parole può funzionare.

Per esempio, il mio libro chiede di un certo uccello (chiede sempre di cose che non hanno nessuna importanza per nessuno): “Dov’è l’uccello?” Allora, la risposta a questa domanda — secondo il libro — è che l’uccello aspetta nella fucina a causa della pioggia.


Ovviamente nessun uccello lo farebbe, ma ci si deve attenere al libro.


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Molto bene, inizio a elaborare il tedesco per questa risposta.


Molto bene, inizio a elaborare il tedesco per questa risposta in tedesco.

Cominicio, necessariamente, dall’estremità sbagliata, perché è questa la maniera tedesca.


Cominicio, necessariamente, dall’estremità sbagliata, perché è questa la maniera tedesca.

Mi dico: “REGEN (pioggia) è maschile — o forse è femminile — o possibilmente neutro — è troppa fatica controllare adesso.


Mi dico: “REGEN (pioggia) è maschile — o forse è femminile — o possibilmente neutro — è troppao faticaoso controllare adesso.

Quindi è DER REGEN, DIE REGEN o DAS REGEN, a seconda del genere avrà quando controllerò.


Nell’interesse della scienza parto dal presupposto che sia maschile.


This sentence has been marked as perfect!

Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nel passivo stato dell’essere NOMINATO senza elaborazione e discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e quindi la pioggia deve essere al dativo, DEM Regen.


Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coll’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare nell’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”.


Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commento che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, il soggetto è SEMPRE al GENITIVO — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.


Nota bene: Fui informato dopo da un’autorità superiore che c’è un’“eccezione” che permette dire “wegen DEN Regen” in certe circostanze particolari e complesse, e che quest’eccezione si applica SOLO alla pioggia.


Nota bene: Fui informato dopo da un’autorità superiore che c’è un’“eccezione” che permette di dire “wegen DEN Regen” in certe circostanze particolari e complesse, e che quest’eccezione si applica SOLO alla pioggia.

Per esempio il mio libro chiede di un certo uccello (chiede sempre di cose che non hanno nessuna importanza per nessuno): “Dov’è l’uccello?” Allora, la risposta a questa domanda — secondo il libro — è che l’uccello aspetta nella fucina a causa della pioggia.


Per esempio il mio libro chiede di un certo uccello (chiede sempre di cose che non hanno nessuna importanza per nessuno): “Dov’è l’uccello?” Allora, la risposta a questa domanda — secondo il libro — è che l’uccello aspetta nella fucina del fabbro a causa della pioggia.

Personalmente specificherei che è la fucina del fabbro. "Fucina" non è una parola molto frequente, quindi sarebbe bene inquadrarla in una qualche maniera.

Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commento che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, il soggetto è SEMPRE al GENITIVO, a prescindere dalle conseguenze — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.


Quindi è DER REGEN, DIE REGEN o DAS REGEN, a seconda del genere che avrà quando controllerò.


Quindi è DER REGEN, DIE REGEN o DAS REGEN, a seconda del genere che si rivelerà di avere quando controllerò.


Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nel passivo stato dell’essere NOMINATO senza elaborazione e discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che è una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e quindi la pioggia deve essere al dativo, DEM Regen.


Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nel passivo stato dell’essere NOMINATO senza elaborazione e discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che è una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e questo lancia la pioggia al dativo, facendola diventare DEM Regen.


Molto bene — allora LA pioggia è DER Regen se è solo nello stato passivo stato dell’di essere NOMINATO senza elaborazione e, né discussione — nominativo; ma se questa pioggia è sparsa, in modo generale, per terra, allora è definitivamente localizzata, FA QUALCOSA — cioè RESTA FERMA (che è una delle cose che la grammatica tedesca considera fare qualcosa), e questo lancia la pioggia al dativo, facendola diventare DEM Regen.

"Senza elaborazione e discussione" va bene, ma essendoci una connotazione negativa, io preferirei "né".

Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coll’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare all’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”.


Però questa pioggia non resta ferma, ma fa qualcosa ATTIVAMENTE — cade — per interferire coln l’uccello, probabilmente — e questo indica movimento, che ha l’effetto di farlo scivolare all’accusativo e cambiarlo in DEN REGEN.” Compiuto l’oroscopo grammaticale di questa faccenda, rispondo con sicurezza in tedesco che l’uccello sta nella fucina “wegen (a causa di) DEN Regen”.

Le uniche preposizioni articolate con "con" accettabili in italiano moderno sono "col" e "coi". "Colla", "colle", "collo", "cogli" e "coll'" sono voci antiquate.

Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commento che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, lancia il soggetto SEMPRE al GENITIVO, a prescindere dalle conseguenze — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.


Poi l’insegnante mi delude leggermente con il commentando che quando la parola “wegen” fa un salto nella frase, lancia il soggetto SEMPRE al GENITIVO, a prescindere dalle conseguenze — e quindi quell’uccello stava nella fucina “wegen DES Regens”.

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