Oct. 6, 2022
In geografia e nelle scienze politiche, si parla spesso di "paesi sviluppati", ma si tratta di una nozione soggettiva, senza contenuto normativo. Generalmente, si ritene che un paese sia "svilupatto" se ha un PIL importante, con una infrastruttura moderna e sviluppata: ospedali, rete di transporto pubblico, tecnologia, una popolazione con un buon livello di vita, ecc.
Storicamente, i primi paesi sviluppati furono i paesi occidentali Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, e dal "miracolo economico" dopo la seconda guerra: il Giapone. Poi, si sone aggiunti altri paesi, come i "draconi asiatici" (Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong). La questione del "secondo mondo" (il blocco communista) era problematica; sebbene avessero industrie performanti, come l'industria dell'armamento, alcuni settori demostravano ritardi di sviluppo importanti. I paesi di Europa orientale sono raggiunti i paesi sviluppati dopo la caduta dell'URSS, e la Russia fa ora parte dei BRICS (Brasile-Rossia-India-Cina-Africa del Sud), questi nuovi paesi sviluppati con molte risorse naturali, che qualche persona considerano come superpotenze (particolarmente Cina).
Con il tempo si è imposta la necessità di trovare criteri che non fossero puramente economici per definire un "paese sviluppato", come l'Indice di Sviluppo Umano (ISU, "IDH" in Inglese), creato dall'economista indiano Amartya Sen. L'ISU prene in conto tre parametri (l'aspettativa di vita, l'indice di instruzione e l'indice di reddito) per classificare paesi su una scala da 0 fino a 1.
Anche questi non prendono in conto cose come il patrimonio culturale, l'arte di vivere o la felicita degli abitanti. Dopo tutto, un paese realmente "sviluppato" non dovrebbe essere valutato dalla propria facoltà a rendere la popolazione felice? Così pensava il re del paese più felice del mondo, il Butan, che ha creato l'indice di Felicità Nazionale Lorda (FIL), un contropiede agli indicatori tradizionali di sviluppo.
Mi pare che un buon indice debba includere criteri umani, culturali, sociali e educativi, per abbracciare tutti gli aspetti dello sviluppo. In ogni caso, mi pare assurdo di limitare l'analisi a criteri puramente economici.
Cos'è un "paese sviluppato"?
In geografia e nelle scienze politiche, si parla spesso di "paesi sviluppati", ma si tratta di una nozione soggettiva, senza contenuto normativo.
Generalmente, si ritene che un paese sia "svilupatto" se ha un PIL importante, con una infrastrutturae modernae e sviluppatae: ospedali, retei di transporto pubblico, tecnologia, una popolazione con un buon livello di vita, ecc.
Ha più senso parlare di infrastrutture al plurale.
Storicamente, i primi paesi sviluppati furono i paesi occidentali : l'Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, e dal "miracolo economico" dopo la seconda guerra:, il Giappone.
Poi, si soneo aggiunti altri paesi, come i "draconghi asiatici" (Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong).
La questione del "secondo mondo" (il blocco communista) era problematica; sebbene avessero industrie performanti, come l'industria dell'armamento, alcuni settori deimostravano ritardi dinello sviluppo importanti.
I paesi di ell'Europa orientale sohanno raggiuntio i paesi sviluppati dopo la caduta dell'URSS, e la Russia fa ora parte dei BRICS (Brasile-Roussia-India-Cina-Sud Africa del Sud), questi nuovi paesi sviluppati con molte risorse naturali, che qualche persona considerano come superpotenze (particolarmente la Cina).
Non c'è bisogno del "come" dopo "considerare".
Con il tempo si è imposta la necessità di trovare criteri che non fossero puramente economici per definire un "paese sviluppato", come l'Indice di Sviluppo Umano (ISU, "IDH" in Inglese), creato dall'economista indiano Amartya Sen.
L'ISU prende in conto tre parametri (l'aspettativa di vita, l'indice di instruzione e l'indice di reddito) per classificare i paesi su una scala da 0 fino a 1.
Non c'è bisogno del "fino". Mi dà l'idea che tu voglia insistere sull'1.
ANeanche questi non prendono in conto cose come il patrimonio culturale, l'arte di vivere o la felicitaà degli abitanti.
Dopo tutto, un paese realmente "sviluppato" non dovrebbe essere valutato dalla propria facoltà adi rendere la popolazione felice?
Così pensava il re del paese più felice del mondo, il Bhutan, che ha creato l'indice di Felicità Nazionale Lorda (FIL), un contropiede agli indicatori tradizionali di sviluppo.
Mi pare che un buon indice debba includere criteri umani, culturali, sociali e educativi, per abbracciare tutti gli aspetti dello sviluppo.
In ogni caso, mi pare assurdo di limitare l'analisi a criteri puramente economici.
Attenzione al "di" quando hai l'aggettivo. In italiano non ci va (sembra un'abitudine dura a morire)
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Attenzione agli errori di battitura.
I nomi di paesi e continenti molto spesso hanno l'articolo (l'Europa, la Cina, ecc.)
Cos'è un "paese sviluppato"? This sentence has been marked as perfect! |
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Generalmente, si ritene che un paese sia "svilupatto" se ha un PIL importante, con una infrastruttura moderna e sviluppata: ospedali, rete di transporto pubblico, tecnologia, una popolazione con un buon livello di vita, ecc. Generalmente, si ritene che un paese sia "svilupat Ha più senso parlare di infrastrutture al plurale. |
Storicamente, i primi paesi sviluppati furono i paesi occidentali Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, e dal "miracolo economico" dopo la seconda guerra: il Giapone. Storicamente, i primi paesi sviluppati furono i paesi occidentali |
Poi, si sone aggiunti altri paesi, come i "draconi asiatici" (Singapore, Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong). Poi, si son |
La questione del "secondo mondo" (il blocco communista) era problematica; sebbene avessero industrie performanti, come l'industria dell'armamento, alcuni settori demostravano ritardi di sviluppo importanti. La questione del "secondo mondo" (il blocco communista) era problematica; sebbene avessero industrie performanti, come l'industria dell'armamento, alcuni settori d |
I paesi di Europa orientale sono raggiunti i paesi sviluppati dopo la caduta dell'URSS, e la Russia fa ora parte dei BRICS (Brasile-Rossia-India-Cina-Africa del Sud), questi nuovi paesi sviluppati con molte risorse naturali, che qualche persona considerano come superpotenze (particolarmente Cina). I paesi d Non c'è bisogno del "come" dopo "considerare". |
Con il tempo si è imposta la necessità di trovare criteri che non fossero puramente economici per definire un "paese sviluppato", come l'Indice di Sviluppo Umano (ISU, "IDH" in Inglese), creato dall'economista indiano Amartya Sen. This sentence has been marked as perfect! |
L'ISU prene in conto tre parametri (l'aspettativa di vita, l'indice di instruzione e l'indice di reddito) per classificare paesi su una scala da 0 fino a 1. L'ISU prende in conto tre parametri (l'aspettativa di vita, l'indice di instruzione e l'indice di reddito) per classificare i paesi su una scala da 0 Non c'è bisogno del "fino". Mi dà l'idea che tu voglia insistere sull'1. |
Anche questi non prendono in conto cose come il patrimonio culturale, l'arte di vivere o la felicita degli abitanti.
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Dopo tutto, un paese realmente "sviluppato" non dovrebbe essere valutato dalla propria facoltà a rendere la popolazione felice? Dopo tutto, un paese realmente "sviluppato" non dovrebbe essere valutato dalla propria facoltà |
Così pensava il re del paese più felice del mondo, il Butan, che ha creato l'indice di Felicità Nazionale Lorda (FIL), un contropiede agli indicatori tradizionali di sviluppo. Così pensava il re del paese più felice del mondo, il Bhutan, che ha creato l'indice di Felicità Nazionale Lorda (FIL), un contropiede agli indicatori tradizionali di sviluppo. |
Mi pare che un buon indice debba includere criteri umani, culturali, sociali e educativi, per abbracciare tutti gli aspetti dello sviluppo. This sentence has been marked as perfect! |
In ogni caso, mi pare assurdo di limitare l'analisi a criteri puramente economici. In ogni caso, mi pare assurdo Attenzione al "di" quando hai l'aggettivo. In italiano non ci va (sembra un'abitudine dura a morire) |
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